Emma Hardy, Freedom Health LLC,
https://doi.org/10.12968/eqhe.2017.36.34, Aug 2017

Il veterinario dovrebbe prendersi cura anche dello stile di vita del cavallo, per equilibrare il più possibile il tempo dedicato alle competizioni e al riposo, al fine di ottenere il miglior benessere psicofisico. La salute digestiva e la nutrizione sono letteralmente e metaforicamente il fulcro della buona salute e delle prestazioni di un cavallo. Sfortunatamente, la maggior parte dei cavalli in competizione è intrappolata in un circolo vizioso di utilizzo e stabulazione che contribuisce a malattie digestive che a loro volta inibiscono le prestazioni.

Spesso il ciclo: diagnosi-malattia -cura si ripete, senza rimuovere o attenuare le cause che generano malessere e compromettono la salute del cavallo: È possibile intervenire sull’origine del suo stato di salute, affrontando cause ed effetti per rimuove o evitare l’istaurarsi di tale circolo vizioso?

Buona lettura!

 

Vi presentiamo un articolo su Nutrapet.vet che analizza un’innovativa soluzione per la salute intestinale, infatti l’alta prevalenza di patologie gastroenteriche nei cavalli impone di cercare nuove strategie di integrazione alimentare. Uno studio pubblicato su Animal Feed Science and Technology indaga gli effetti del biochar.

Il biochar è una sostanza simile al carbone ricca di carbonio pirolizzata dalla biomassa durante la produzione di bioenergia. Nell’ultimo decennio, il biochar è diventato un promettente integratore alimentare per migliorare la salute degli animali, l’efficienza dei mangimi e la produttività. Un materiale simile al biochar, il carbone attivo, è stato utilizzato per molti secoli nel trattamento medico acuto degli animali. L’inserimento di biochar nella dieta dei cavalli sembra sia utile per migliorare il pH acido nell’intestino posteriore, sicuro e a basso costo. Per saperne di più, visita il sito Nutrapet dove troverai l’articolo completo.

 

Tamzin Furtado, Elizabeth Perkins, Gina Pinchbeck, Catherine Mc Gowan, Francine Watkins, Robert Christley

DOI: 10.1111/evj.13360; Sept 2020

Vi presentiamo uno studio condotto in UK, dove ci sono alcune specifiche culturali diverse rispetto alla gestione del cavallo in Italia. Purtroppo in UK, a causa di questi fattori, la prevalenza dell’obesità equina è ben maggiore rispetto all’Italia; tuttavia questo studio rappresenta un’indicazione per comprendere meglio la percezione dei proprietari.

L’obesità equina è considerata una delle più gravi preoccupazioni per il benessere degli equini del Regno Unito, che colpisce tra il 31% e il 54% della popolazione equina. Sono stati valutati i fattori che giocano un ruolo nell’aumentare il rischio dell’obesità equina e gli effetti fisiologici dell’eccesso di peso sul cavallo e i metodi per ridurre il peso. La gestione del peso in un ospedale per equini è generalmente relativamente semplice e realizzabile; tuttavia, per la maggior parte degli equini l’obesità e la sua gestione avviene al di fuori del contesto clinico, nel complesso mondo della proprietà e della cura del cavallo. La popolazione dei “proprietari di cavalli da tempo libero”, che definiremo “pleasure horse”, ovvero le persone che possiedono cavalli per hobby, è in aumento, e per questi proprietari, il rapporto cavallo-uomo e la cura del cavallo sono fondamentali per la proprietà del cavallo.

Per i proprietari di “pleasure horse”, la proprietà del cavallo è in qualche modo simile alla proprietà di altri animali da compagnia, come cani e gatti, in quanto può essere fortemente focalizzata sulla relazione con l’animale e sul trascorrere del tempo di qualità con esso. Tuttavia, tali relazioni possono portare problemi particolari. In altri animali da compagnia come i cani, è ben noto che l’obesità è strettamente legata al legame uomo-animale; per esempio, i proprietari di animali obesi sono anche più propensi a “umanizzare” i loro animali domestici, offuscando i confini tra uomo e animale, come consentire ai cani di condividere cibo e dormire nel proprio letto. La gestione del peso in ambienti domestici è nota essere problematico, e anche quando i proprietari gestiscono i loro cani per raggiungere il loro obiettivo di perdita di peso, ai cani può essere permesso in seguito di riguadagnare quel peso. Nell’obesità canina, lo stile dei proprietari di “genitorizzare” il proprio animale e le relazioni con il proprio animale sono considerate fondamentali per trovare modi per affrontare l’obesità. Ad oggi, poche ricerche hanno esaminato le relazioni uomo-cavallo nel contesto dell’obesità e della gestione del peso.

La ricerca per comprendere le opinioni dei proprietari sul peso appropriato nei cavalli ha mostrato che i proprietari sottovalutano costantemente il peso del loro cavallo. Ritengono che il peso ideale di un cavallo sia influenzato dal “lavoro” in cui il cavallo è impegnato; per esempio, può essere considerato appropriato che un cavallo “da mostra” sia più grasso di un cavallo utilizzato per gli eventi sportivi. Tuttavia, al di là di questo, si sa poco su come i proprietari potrebbero pensare al peso equino e alla sua gestione. Una migliore comprensione delle opinioni e delle preoccupazioni dei proprietari riguardo al peso e alla sua gestione aiuterà i professionisti del settore equino ad aiutare i proprietari a gestire meglio i loro cavalli, migliorando così il benessere degli equini.

Questo studio ha cercato di comprendere le opinioni dei proprietari di “pleasure horse” sulla gestione e la salute degli equini, utilizzando metodi qualitativi. Inoltre, lo studio ha esaminato come vengono prese le decisioni in termini di gestione del peso, al fine di aiutare lo sviluppo di strategie per aiutare i proprietari a raggiungere la perdita di peso e gestire il peso del proprio cavallo a lungo termine.

 

Sarah E.Elzinga,  Alejandra Betancourta, John C.Stewart, Melissa H. Altman, Virginia D.Barker, Mason Muholland, Simon Bailey, Kristen M.Brennan, Amanda A.Adamsa

https://doi.org/10.1016/j.jevs.2019.102811; Aug. 2019

 

Gran parte della popolazione equina è obesa e quindi predisposta allo sviluppo di ulteriori problemi di salute come la sindrome metabolica equina (EMS). Tuttavia, i trattamenti farmacologici per l’EMS sono limitati. La supplementazione di acidi grassi omega-3 è una strategia terapeutica negli esseri umani con disfunzione metabolica che migliora la sensibilità all’insulina e riduce l’infiammazione, ma gli effetti della supplementazione di acidi grassi omega-3 nei cavalli con EMS non sono chiari.

Pertanto, in questo studio pilota, 10 cavalli di sesso misto e di razza mista con EMS sono stati alimentati con microalghe ricche di acido docosaesaenoico (DHA) contenenti 16 g di DHA/cavallo/giorno, per 46 giorni. In questi animali è stato valutato lo stato infiammatorio attraverso test sierologici ed ematici.
Sono state inoltre determinate le concentrazioni di acidi grassi circolanti, trigliceridi, leptina e adiponectina (citochine prodotte dal tessuto adiposo di deposito). Inoltre sono stati effettuati test per la valutazione glicemica dei soggetti: test dello zucchero orale (OST) e test di tolleranza al glucosio. Dopo l’integrazione, i cavalli trattati hanno avuto un aumento degli acidi grassi circolanti (molto probabilmente derivanti dalla lipomobilizzazione), incluso il DHA (P <.001). I cavalli trattati hanno avuto anche livelli inferiori di trigliceridi sierici dopo l’integrazione (P = .02) e una tendenza (P = .07) per una riduzione del fattore di necrosi tumorale PBMC α.
È interessante notare che dopo 46 giorni, i cavalli di controllo hanno avuto un aumento delle risposte insuliniche all’OST (P = .01), andamento non riscontrato invece nei cavalli trattati (P = .69).
Questi dati pilota indicano che l’integrazione di microalghe ricche di DHA modifica l’andamento degli acidi grassi circolanti, modula i parametri metabolici e può ridurre l’infiammazione nei cavalli con EMS.

 

Nutrapet.vet; 3 Dicembre 2021; Silvano Marini
Sci Rep. 2020;10(1):8311. Published 2020 May 20. doi:10.1038/s41598-020-65444-9

 

Gli allenamenti frequenti, il trasporto per raggiungere il luogo dove si svolge la corsa o il concorso e lo sforzo della performance agonistica rappresentano potenziali interferenze sulla composizione del microbiota intestinale del cavallo atleta, andando ad aggiungersi ai classici fattori che determinano l’assetto della flora batterica intestinale come la genetica, la razza, l’età, il sesso e la dieta.

Visita Nutrapet.vet per la presentazione completa della tematica da parte del Dott. Silvano Marini.

La letteratura riporta pochissimi dati sulle interferenze dell’attività agonistica sul microbiota intestinale che, se approfonditi, potrebbero fornire contributi importanti al miglioramento del benessere del cavallo impegnato in attività sportive. Per questo, uno studio coordinato dall’Università di Parigi-Saclay e pubblicato su Scientific Report ha valutato in una coorte di cavalli atleti la variabilità individuale del microbiota fecale nel tempo e la sua relazione con lo stress psico-fisico.

Nella valutazione sono stati inclusi 185 cavalli da sport sani allevati in condizioni simili e dedicati a un ampio ventaglio di discipline sportive, che nel 30% dei casi richiedevano un elevato impegno fisico e mentale. I campioni fecali sono stati prelevati contestualmente ai prelievi ematici e al rilievo degli indicatori comportamentali all’inizio e alla fine dello studio, lungo un arco complessivo di otto mesi. Dai risultati emerge che, nonostante spiccate differenze individuali, le comunità batteriche intestinali dei 185 cavalli condividevano un nucleo comune composto da 29 generi (il 52% appartenente al phylum Firmicutes, soprattutto alle famiglie Lachnospiraceae, Porphyromonadaceae e Ruminococcaceae). Dall’analisi è anche emersa una spiccata instabilità nello stesso individuo di rari ceppi batterici che non consente di identificare un cavallo tramite il proprio “fingerprint batterico” specifico, che risulta modificato a otto mesi di distanza.

 

Maren Hellige Dr.med.vet., FTÄ f. Pferde, MRCVS, Resident ECVDI large animal at the RVC, London, UK; Clinic for Horses, University of Veterinary Medicine Hanover, Foundation, Bünteweg 9, 30559 Hannover, Germany

https://doi.org/10.12968/ukve.2020.4.5.131

 

L’artropatia dell’articolazione temporo-mandibolare equina è stata descritta come una causa alla base di vari segni clinici. L’anatomia di questa articolazione è ben descritta, così come il suo aspetto su diverse modalità di imaging. Tuttavia, le patologie di questa articolazione sono rare. Questo articolo fornisce una panoramica della letteratura.

Molteplici possibili eziologie dell’artropatia dell’articolazione temporo-mandibolare non sono supportate dalla ricerca attuale e devono essere riviste. Allo stesso modo, la diagnosi di imaging o la classificazione dei risultati clinicamente rilevanti è difficile. Un esame critico di questa malattia, che includa modalità diagnostiche multiple, dovrebbe essere effettuato per verificare il significato clinico dei risultati in ogni caso.

 

Joana Simones, Jose P. Sales Luís, Paula Tilley
Clinical Research, CIISA e Centro de Investigaçao Interdisciplinar em Sanidade Animal, Faculdade de Medicina Veterinaria, Universidade de Lisboa, Av.

https://doi.org/10.1016/j.jevs.2020.102937; January 2020

 

La sindrome dell’asma equina grave (SEA) è una malattia respiratoria cronica ricorrente, comune tra i cavalli adulti. La malattia si verifica in individui geneticamente suscettibili dopo la loro esposizione alla polvere organica. Pertanto, ancora una volta, la SEA si configura come una problematica multifattoriale, dove anche la gestione ambientale si è rivelata essenziale per controllare il problema.

Questo è un processo impegnativo che può essere raggiunto solo attraverso la cooperazione dei proprietari di cavalli. Un anno dopo la diagnosi iniziale di SEA in un gruppo di 39 cavalli, è stata valutata la conformità del proprietario a un protocollo di gestione ambientale. La compliance complessiva al protocollo era scarsa e la salute clinica dei cavalli e la necessità di una gestione farmacologica era correlata alla corretta attuazione delle raccomandazioni ambientali fornite sulla diagnosi della malattia.

 

Jenni Mönki, Markku Saastamoinen, Ninja Karikoski, Minna Rajamäki, Marja Raekallio, Jouni Junnila, Susanna Särkijärvi, Marianna Norring, Anna Valros, Silja Oranen Ben Fatma e Anna Mykkänen
doi.org/10.3389/fvets.2021.656814; April 2021

 

Pur non essendo la torba una delle lettiere piu frequentemente usate in Italia, ti proponiamo questo articolo come esempio degli effetti delle diverse lettiere sul cavallo. Sappiamo che le lettiere dovrebbero essere meno polverose possibile, ma questo studio prova con dei dati scientifici gli effetti.

I materiali della lettiera influenzano l’igiene dell’aria stabile e quindi lo sviluppo e l’esacerbazione dell’asma equina. Esistono conoscenze limitate sugli effetti di diversi tipi di materiale da lettiera sull’infiammazione delle vie aeree inferiori degli equini. L’obiettivo della pubblicazione era studiare gli effetti dei materiali della lettiera sui sintomi respiratori, sul punteggio del muco tracheale e sulla citologia delle vie aeree inferiori in cavalli adulti sani. Il disegno dello studio era prospettico controllato e i soggetti erano cavalli da equitazione adulti sani (n = 32) provenienti da una singola scuderia. I trucioli di legno sono stati confrontati con la torba, utilizzata come materiale di riferimento per la lettiera. L’endoscopia delle vie aeree inferiori e il campionamento (lavaggio tracheale e liquido di lavaggio broncoalveolare) per l’esame citologico sono stati eseguiti dopo ogni periodo di riposo di 35 giorni. Non è stata osservata alcuna differenza tra i periodi di permanenza della lettiera nel box e la frequenza respiratoria o il punteggio del muco tracheale.

La percentuale di neutrofili del lavaggio tracheale con i trucioli di legno era maggiore rispetto al periodo di torba precedente (P = 0,040) o successivo (P = 0,0045). La percentuale di neutrofili del fluido di lavaggio broncoalveolare con i trucioli di legno era maggiore rispetto al successivo periodo di torba (P <0,001).

Si conclude che, tra i due materiali per lettiera utilizzati in questo studio, la torba ha causato un’inferiore infiammazione neutrofilica delle vie aeree inferiori dei cavalli. Le informazioni ottenute da questo studio possono aiutare i veterinari e i proprietari di cavalli nella scelta dei materiali per la lettiera, in particolare per i cavalli che soffrono di asma equina.

 

Mattea L. Much,1, Jessica L. Leatherwood, Rafael. E. Martinez, Brittany L. Silvers, Casey F. Basta, Lydia F. Gray, and Amanda N. Bradbery
Texas A&M University, Department of Animal Science, College Station, TX 77843; and SmartPak Equine LLC, Plymouth, MA 02360 – Transl. Anim. Sci. 2020.4:1-11. https://doi.org/10.1093/tas/txaa150 

 

Venti cavalli di razza (589 ± 126 kg di peso corporeo; 13 ± 8 anni) sono stati utilizzati in un disegno completamente randomizzato per 28 giorni per valutare l’impatto di un integratore articolare sulla cinematica dell’andatura, sull’infiammazione e sul metabolismo della cartilagine. I cavalli sono stati stratificati per età, sesso, peso corporeo (PC) e punteggi iniziali di zoppia e sono stati assegnati in modo casuale a uno dei due trattamenti dietetici costituiti da un placebo da 100 g (top-dressed) al giorno allo 0,6% di peso corporeo (as-feed) concentrato (CON; n = 10; SafeChoice Original, Cargill, Inc.) o un integratore orale per le articolazioni (SmartPak Equine LLC) contenente glucosamina, condroitin solfato, acido ialuronico, metilsulfonilmetano, curcuma, resveratrolo, collagene, silice e boro (TRT ;n = 10).

I cavalli sono stati alloggiati in gruppi con accesso ad libitum al fieno di gramigna costiera (Cynodon dactylon) e hanno permesso di pascolare 2 ore/giorno. I cavalli sono stati esercitati progressivamente per 4 giorni/settimana a 45 minuti ciascuno. Nei giorni 13 e 27, il sangue è stato raccolto seguito da un esercizio stressante di 19,3 km sul cemento. I cavalli viaggiavano al passo, con non più di 15 minuti al trotto. Ogni 14 giorni, sono stati registrati BW e BCS e il sangue è stato raccolto per l’analisi della prostaglandina plasmatica E2 (PGE2), del neopeptide da scissione della collagenasi sierica (C2C), del carbossipropeptide del collagene di tipo II (CPII) e dell’epitopo condroitin solfato 846 (CS846). L’analisi cinematica dell’andatura è stata eseguita ogni 14 giorni (Kinovea v.0.8.15) per determinare la lunghezza della falcata (SL) e l’intervallo di movimento (ROM) del ginocchio e del garretto al passo e al trotto. I dati sono stati analizzati utilizzando PROC MIXED di SAS.

Tutti i cavalli hanno aumentato BW e BCS nel tempo (P 0,01). Il ROM del garretto aumentava nei cavalli TRT (P ≤ 0,02) al passo e tendeva ad aumentare al trotto rispetto al CON (P = 0,09). Alla camminata, SL e ROM del ginocchio sono aumentati nel tempo, indipendentemente dal trattamento dietetico (P ≤ 0,01); nessun effetto tempo è stato osservato al trotto (P > 0,15). Indipendentemente dal trattamento, C2C e CPII sono aumentati nel tempo (P 0,05) e nessun effetto è stato osservato per CS846 o PGE2 (P > 0,12). In risposta al fattore di stress da esercizio, CPII e PGE2 sono diminuiti (P 0,05) dal giorno 13 al 14 e CS846 e PGE2 tendevano a diminuire (P ≤ 0,10) dal giorno 27 al 28, indipendentemente dal trattamento dietetico.

In conclusione, il garretto ROM al passo e al trotto era più sensibile al trattamento dietetico. L’integrazione non ha alterato la concentrazione di biomarcatori dei metaboliti del collagene o l’infiammazione sistemica nel periodo di 28 giorni, ma potrebbe essere giustificato uno studio futuro che utilizzi l’artrocentesi per valutare in modo specifico la risposta intra-articolare al trattamento dietetico.

 

Katrina Ask, Marie Rhodin, Lena-Mari Tamminen, Elin Hernlund and Pia Haubro Andersen
Animals 2020, 10, 2155; https://doi.org/10.3390/ani10112155 

 

Le scale del dolore sono strumenti sviluppati per migliorare la valutazione del dolore nei cavalli. Si basano su comportamenti e/o espressioni facciali e l’osservatore assegna un punteggio in base al carattere del comportamento o dell’espressione facciale. Poco si sa dei comportamenti e delle espressioni facciali a riposo nei cavalli con dolore ortopedico poiché il dolore viene valutato principalmente attraverso la valutazione della zoppia durante il movimento.

Lo scopo di questo studio era descrivere come i comportamenti e le espressioni facciali equine siano strettamente associate all’asimmetria del movimento e identificare le combinazioni di comportamento ed espressioni presenti nei cavalli con dolore ortopedico indotto. Il dolore ortopedico è stato indotto in otto cavalli e valutato in due modi; utilizzando quattro scale del dolore equino esistenti a riposo e misurando l’asimmetria del movimento durante il movimento. È stata analizzata l’associazione degli elementi del comportamento e dell’espressione facciale nelle scale del dolore con l’effettiva zoppia. Il comportamento correlato alla postura ha mostrato l’associazione più forte, mentre le espressioni facciali variavano tra i cavalli.

Questi risultati mostrano che le scale del dolore per la valutazione del dolore ortopedico trarrebbero beneficio dall’inclusione di postura, posizione della testa, posizione nello stallo della scatola, messa a fuoco, comportamento interattivo ed espressioni facciali. Ciò potrebbe migliorare la rilevazione del dolore ortopedico nei cavalli durante il riposo con lieve zoppia.