Pierpaolo Coluccia, Manuela Gizzarelli, Maria Teresa Scicluna, Giuseppe Manna, Valentina Foglia Manzillo, Francesco Buono, Luigi Auletta, Veronica Palumbo and Maria Pia Pasolini

La miopatia infiammatoria e la perivasculite sono state recentemente descritte in cavalli affetti da piroplasmosi equina cronica (EP). Queste alterazioni possono essere collegate a prestazioni scadenti. Lo scopo di questo studio italiano è stato quello di valutare la prevalenza della EP in cavalli da corsa Standardbred italiani (IS) clinicamente sani e confrontare i parametri di laboratorio e le metriche di performance tra cavalli positivi e negativi.
È stata applicata la PCR in tempo reale per rilevare la positività a T. equi e B. caballi . I parametri ematologici, i risultati ematochimici, i punteggi soggettivi della massa muscolare e i parametri di performance sono stati confrontati tra cavalli positivi e negativi alla PCR.

Questo studio trasversale ha incluso 120 cavalli da corsa IS ben allenati ed è stato condotto in un periodo di due anni. La prevalenza di T. equi era del 36,3%, mentre tutti i campioni erano negativi per B. caballi.
La conta dei globuli rossi, la concentrazione di emoglobina, l’attività dell’aspartato aminotransferasi, della fosfatasi alcalina e della gamma-glutamil-transferasi erano significativamente più alte nei cavalli positivi alla PCR, mentre l’azoto ureico nel sangue, la concentrazione di globulina e il rapporto globulina-albumina erano significativamente più bassi nei cavalli positivi alla PCR rispetto a quelli negativi.
Tuttavia, tutti i valori rientravano nell’intervallo fisiologico. Il miglior tempo di gara, che è stato selezionato come il più rappresentativo delle metriche di prestazione all’analisi delle componenti principali, non è stato influenzato dalla positività alla PCR, dal punteggio della massa muscolare o dal cortile di allenamento. Il miglior tempo di gara è risultato significativamente migliore nei cavalli con segni lievi o assenti di atrofia muscolare, all’interno del gruppo positivo alla PCR.
Mentre la prevalenza di T. equi era elevata nei cavalli da corsa IS dell’Italia meridionale, l’assenza di evidenti alterazioni dei parametri ematologici e biochimici, nonché delle metriche di performance nei cavalli positivi, evidenzia la necessità di test diagnostici specifici per identificare i cavalli cronicamente infetti.

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