DOI: 10.1111/evj.13446 ; Equine Veterinary Journal, April 2021
Questo interessante editoriale di approfondimento racconta l’evoluzione dell’attenzione verso le condizioni climatiche durante le Olimpiadi, soprattutto nella disciplina del completo.
Le Olimpiadi di Tokyo, rimandate a causa della pandemia di Covid-19, sono state un banco di prova importante perché si sono svolte in una stagione molto umida e calda (41° C): gli accorgimenti presi a partire dai giochi olimpici di Barcellona del 1992 hanno finalmente dato i loro frutti, dopo anni e anni di affinamento.
Dai giochi di Atlanta del 1996, hanno ricevuto maggiore considerazione il sudore e la perdita di peso a fine gara, che non avrebbe mai dovuto superare il 5% del peso del cavallo. Successivamente, si è evidenziata l’importanza dell’acclimatamento attivo nel luogo di arrivo, che prevedesse la possibilità di allenarsi in situ almeno due settimane prima della gara. Infine si è posta l’attenzione sulle varie metodiche di raffreddamento del cavallo post esercizio. Tutte queste iniziative, hanno permesso di raccogliere dati da rielaborare per gli studi scientifici, e, quando validate sul campo, sono entrate a far parte dei procolli di welfare per le Olimpiadi e i concorsi ippici internazionali.